SERVANE MARY, GLITCHES

15/09/2021 - 18/02/2022

Video intervista Servane Mary
SERVANE MARY, GLITCHES

La mostra presenta un nuovo corpo di opere che è stato creato appositamente per la chiesa, rispondendo alla sua architettura e al suo volume. L’esposizione dei tre dipinti, di dimensioni monumentali (5 metri x 5 metri), è stata specificatamente pensata per lo spazio. In contrasto, e allo stesso tempo in risonanza con l’atmosfera della chiesa di San Carlo, le tre opere rendono triangolare lo spazio, aprendo un dialogo tra la storia dell’astrazione e l’atmosfera evocativa della chiesa, le sue pareti e i suoi pavimenti, la sua trama consumata e segnata dal tempo.

Rinunciando al tradizionale uso della tela, l’artista utilizza come supporto ai suoi dipinti dei fogli laminati di compensato. L’uso di questo materiale, forato regolarmente, ricalca quello spesso utilizzato per mostrare strumenti o oggetti che vengono appesi alla griglia dei fori del pannello con dei ganci. Questa struttura rievoca uno degli elementi fondanti della pittura astratta: la griglia. Le ripetute perforazioni del pannello vibrano di quella nuova percezione ottica tipica dell’astrattismo.

Servane Mary ha scelto la tavola di colori da utilizzare partendo da un sistema già esistente do colori utilizzati più per la stampa che per la pittura: il CMYK, acronimo dei termini inglesi di ciano, magenta, giallo e chiave (nero). Il pannello forato può essere interpretato come uno stencil o un setaccio attraverso il quale il colore passa, si deposita, e si sovrappone. La base spray argentata applicata sui pannelli è animata da gocce sature di vernice e da segni gestuali. L’immagine complessiva è il frutto di un processo controllato e aperto al caso.

Mentre i fori determinano, in una certa misura, la composizione dei lavori, la superficie invece non è priva di imprevisti. Ed ecco che i difetti [glitches], o errori, arrivano a dare all’opera una propria vita pittorica. L’artista, attraverso un processo decisionale disciplinato e solo apparentemente limitato, e la scelta di un supporto materiale banale e quotidiano, porta il suo lavoro nello spazio profondo dell’astrazione. Collocati all’interno di uno spazio le cui mura esistono fin dal XVII secolo e resistono sino ad oggi nonostante il tempo e gli accadimenti, questi dipinti possono ricordare visivamente allo spettatore l’Impressionismo, l’Astrazione Lirica, il Pop, la Process Art, o l’Action Painting, ma ad un’altra velocità, a un’altra distanza, contemplativa.

SERVANE MARY
SERVANE MARY

Servane Mary nasce nel 1972 a Dijon, Francia. Attualmente vive e lavora a new York. Il suo lavoro è attualmente in mostra al MoMA PS1 in “Greater New York 2021”. Il suo lavoro è stato incluso in mostre al Swiss Institute, New York; all’Abrons Art Center, New York; al Venus Over Manhattan, Miami, Florida. Mary ha tenuto mostre personali a Kayne Griffin Corcoran, Los Angeles; Triple V Gallery, Parigi; Apalazzogallery, Brescia, Italia; e più recentemente a JOAN, Los Angeles, che ha presentato Remakes 2006-2018, un sondaggio relativo agli anni 2006-2018, accompagnato da un libro monografico pubblicato da Pacific.

I suoi lavori fanno parte della Schwartz Art Collection della Harvard Business School di Boston; del Fonds Régional d’Art Contemporain, Franche Comte, Francia; del Fonds Régional d’Art Contemporain, Ile-de-France, Francia; e del Tucson Museum of Contemporary Art, Arizona.

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